Legge elettorale, iniziato il vertice di maggioranza

Legge elettorale, iniziato a Palazzo Chigi il vertice di maggioranza
 
È iniziato a palazzo Chigi il vertice di maggioranza convocato da Matteo Renzi sulla legge elettorale. Alla riunione partecipano i capigruppo di Pd, Ncd, Sc, Per l’Italia, Gruppo Misto, Centro democratico. Inoltre è stata convocata per mercoledì alle 21 la direzione del Partito Democratico. All’ordine del giorno figurano, si apprende da fonti del partito, determinazioni sulla situazione del Governo, Jobs Act, Legge di stabilità, riforme costituzionali e legge elettorale.
 
IL DOCUMENTO IN ARRIVO – Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, riferiscono fonti parlamentari della maggioranza, ha chiesto di sottoscrivere ai capigruppo riuniti a palazzo Chigi un programma includendo la riforma della legge elettorale con soglie di sbarramento sotto il 5%e preferenze con capilista bloccati, la riforma costituzionale, il jobs act e la delega fiscale. Il Presidente del Consiglio ha ribadito come l’obiettivo è incardinare la legge elettorale al Senato prima della fine dell’anno.
 
LE SEDICI PERSONE PRESENTI ALLA RIUNIONE – In tutto sono 16 le persone intervenute alla riunione iniziata alle 21.40 circa: Susta, Mazziotti per Scelta Civica, Dellai e Romano per Per l’Italia. Alfano, Quagliariello, De Girolamo, Sacconi per Ncd. Tabacci e Capelli per Centro Democratico. Renzi, Boschi, Guerini, Speranza, Zanda e Finocchiaro per il Pd, Zeller per gli autonomisti e Pisicchio per il Misto. Al tavolo di palazzo Chigi presente anche il Partito socialista rappresentato dal segretario nazionale e viceministro Riccardo Nencini e dal coordinatore nazionale Marco Di Lello.
 
L’OTTIMISMO DI GAETANO QUAGLIARELLO – Gaetano Quagliariello, coordinatore di Ncd, si ritiene ottimista: «Siamo convinti che oggi si chiude. Vogliamo fare in fretta, gli italiani non ne possono più della legge elettorale. Le riforme si fanno con schieramento più ampio ma partendo dalla maggioranza. I numeri ci sono senz’altro. Se c’è l’accordo i numeri ci sono». I piccoli partiti che compongono la maggioranza premono però perché dall’accordo faccia parte una revisione delle soglie di sbarramento. Il cinque per cento è ritenuto troppo alto.
 
LE RIFLESSIONI SULLO SBARRAMENTO – Nunzia De Girolamo a tal proposito spiega che a suo modo di vedere con il doppio turno è logico non avere soglie, altrimenti qualcosa che arrivi al massimo al 4 per cento. Gianluca Susta di Scelta Civica sposa questo pensiero: «C’è un problema di fondo. Se il premio di maggioranza va alla lista, serve una soglia che sia tecnica e che garantisca la rappresentanza. Il 5 per cento va bene con un sistema proporzionale, con un premio di maggioranza va rivista».