Sviluppo Responsabile

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Le politiche che intendiamo adottare a livello nazionale riflettono direttamente la nostra concezione dell’Europa.

Noi crediamo che il benessere e il progresso dei popoli non si misurino solo attraverso il livello del PIL. Così come il livello di civiltà e le virtù di una nazione non si risolvono nella sua capacità di tenere in ordine i conti pubblici.

Le finanze pubbliche sane sono la premessa essenziale e inderogabile per assicurare la crescita del prodotto, ma entrambi non bastano per realizzare una società giusta e costruire un’economia moderna e sostenibile, rispettosa delle persone e dell’ambiente e con lo sguardo sempre rivolto alle generazioni future.

Per questa ragione il nostro Programma di governo vuole imprimere una svolta radicale, per cambiare in profondità il modello di sviluppo e una politica che ha cumulato solo debiti, senza riuscire a fornire servizi pubblici efficienti e di qualità, senza ridurre le sempre più intense disuguaglianze sociali, e senza a garantire a tutti, e in particolare ai giovani e alle donne, opportunità di lavoro e crescita professionale.

Per compiere questa svolta occorre agire in sintonia con l’Europa e valorizzarne tutte le potenzialità. L’Europa che vogliamo e in cui ci riconosciamo non è fatta solo di rigore, di vincoli e di parametri di finanza pubblica, ma sottende una nuova idea di progresso e di futuro, che vuole coniugare assieme, in modo nuovo, capitalismo e solidarietà, economia ed ecologia, finanza ed etica.

Un’idea che mira a realizzare una società aperta e coesa, attraverso l’affermazione di un modello di sviluppo responsabile in cui la crescita economica sia intelligente, grazie a investimenti più efficaci nell’istruzione, la ricerca, l’innovazione e la cultura; sostenibile, grazie alla scelta decisiva a favore di un’economia a basse emissioni di Co2, per combattere i cambiamenti climatici e favorire la competitività dell’industria; e, soprattutto, solidale, ossia concentrata in via prioritaria a creare posti di lavoro e a ridurre le tuttora vaste sacche di povertà.

Come ha scritto il Presidente della Repubblica nel suo ultimo messaggio alla nazione, “una rinnovata visione dello sviluppo economico non può eludere il problema del crescere delle diseguaglianze sociali”, perché “si riconosce ormai, ben oltre vecchi confini ideologici, che esso è divenuto fattore di crisi e ostacolo alla crescita proprio nelle economie avanzate”.

Ed è proprio in questa nuova dimensione di Sviluppo Responsabile che il CENTRO DEMOCRATICO intende agire, per realizzare politiche pubbliche innovative, che sappiano tradurre concretamente nell’ordinamento italiano i principi di civiltà e di progresso che fin dalle origini sono alla base della costruzione europea.

Di fronte alla grave crisi che attanaglia ancora il paese, intendiamo definire, all’inizio della prossima Legislatura, un pacchetto di riforme strutturali incisivo, che tenendo assieme esigenze di sviluppo, coesione sociale e vincoli di finanza pubblica, possa dare una scossa al Paese, invertire le aspettative negative e avviare una stagione di rinascita.

Il Programma di governo s’incentrerà su sei assi strategici, nel quadro di un processo di complessivo ammodernamento delle Istituzioni e delle Amministrazioni pubbliche:

1. Politica di Bilancio: rispetto dei vincoli UE, razionalizzazione della spesa pubblica e abbattimento dello stock di debito. Per ricomprare il nostro futuro

 2. Riforma Fiscale: lotta all’evasione, riduzione della pressione fiscale e spostamento del prelievo dal lavoro alle rendite, i patrimoni e i beni di lusso o recanti esternalità negative sul piano ambientale. Un nuovo Fisco per l’equità, la crescita e l’occupazione

 3. Riforma dello Stato Sociale: definizione dei livelli essenziali delle prestazioni e riordino della rete dei servizi sociali e del sistema dei sussidi assistenziali e previdenziali, del servizio sanitario nazionale e delle misure di sostegno al reddito, finalizzato a estendere le tutele modulando le prestazioni erogate sulla base della ricchezza effettiva dei cittadini, misurata in base a un nuovo Indicatore di Situazione Economica Equivalente. Il nostro Welfare al servizio delle famiglie

 4. Riforma della Giustizia e tutela della Legalità: razionalizzazione normativa e gestionale e investimenti tecnologici per la riduzione dei tempi medi dei processi civili e penali, certezza e umanità delle pene, lotta alla criminalità e alla corruzione. Per una Giustizia giusta

 5. Politiche per lo Sviluppo: riduzione del cuneo fiscale, liberalizzazioni, accesso al credito, ricerca e sviluppo, infrastrutture e rilancio degli investimenti pubblici, valorizzazione dei beni culturali, piano straordinario e fiscalità di vantaggio per il Mezzogiorno, pieno utilizzo dei Fondi strutturali europei e sostegno all’exportPer far ripartire l’Italia che compete

6. Riforma dello Stato e della Pubblica Amministrazione: ridefinizione di funzioni e competenze dei diversi livelli di governo, revisione della spesa, PA digitale, semplificazioni, merito e valutazione dei risultati. Per uno Stato amico dei cittadini

In via generale, la nostra politica economica intende operare una massiccia riallocazione delle risorse finanziarie pubbliche diretta a favorire la crescita e l’occupazione, incentrata, dal lato delle spese, su:

  • l’eliminazione di sprechi e inefficienze e l’indirizzamento della spesa verso impieghi più produttivi – con un raffreddamento della spesa corrente a fronte di un innalzamento della quota degli investimenti pubblici -, da realizzare attraverso la prosecuzione, con un nuovo approccio,  della spending review, allargata a tutte le amministrazioni pubbliche, sulla base del metodo dei costi e dei fabbisogni standard e dell’ottimizzazione dei modelli organizzativi e dei bacini di utenza nell’erogazione dei servizi pubblici, nonché la razionalizzazione, da operare a livello parlamentare, delle migliaia di autorizzazioni legislative di spesa che compongono i 174 programmi del Bilancio dello Stato;
  • la rimodulazione del quantum e della platea dei beneficiari delle diverse tipologie di servizi sociali, prestazioni sanitarie, agevolazioni tariffarie e sussidi assistenziali, sulla base di un nuovo Indicatore di Situazione Economica Equivalente (ISEE);

e, dal lato delle entrate, su:

  • la lotta all’evasione fiscale e contributiva e il contrasto all’economia sommersa;
  • la riforma fiscale, da realizzare con una riduzione del prelievo, a partire dai ceti medio-bassi, una diversa tassazione sui redditi da capitale, una revisione selettiva dell’imposizione sulle imprese per favorirne la competitività, la soppressione di alcuni regimi speciali e di esenzione fiscale, la revisione delle imposte indirette e il riordino dei diversi tributi di natura patrimoniale in un’unica fattispecie impositiva sulle grandi ricchezze;
  • la dismissione delle partecipazioni azionarie pubbliche non strategiche e degli asset immobiliari e la valorizzazione delle concessioni demaniali sui beni pubblici.

La riqualificazione della spesa pubblica, assieme a un allargamento delle basi imponibili conseguente alla lotta all’evasione, sono i pilastri attraverso i quali il Centro Democratico intende reperire le risorse necessarie a ridurre il prelievo fiscale sul lavoro e le imprese, per far ripartire consumi, investimenti e occupazione, e sostenere con maggiore equità i cittadini più deboli e svantaggiati.

Oltre il 16 per cento di economia sommersa, 120 miliardi di euro di entrate sottratte ogni anno al fisco e circa 60 miliardi di costi diretti, sempre su base annua, derivanti dai fenomeni di corruzione, costituiscono le fragilità sistemiche dell’Italia, che il Centro Democratico intende aggredire con la massima determinazione per ricondurre il Paese su un sentiero di crescita.

In particolare, i principali obiettivi di bilancio, quantificati su base annua a regime al termine della prossima legislatura, consistono:

  • nella riduzione di circa un terzo delle imposte evase, per un maggior gettito strutturale pari a 44 miliardi di euro;
  • nella riduzione di oltre 20 miliardi di euro – rispetto all’andamento tendenziale a legislazione vigente – della spesa corrente al netto degli interessi, da realizzare a valere sulle spese per consumi intermedi e mediante la razionalizzazione dei programmi di spesa del bilancio dello Stato, la riduzione dei costi della politica e il riordino istituzionale e la modulazione su base ISEE delle prestazioni sociali e dei sussidi assistenziali;
  • nell’alleggerimento del carico fiscale che grava sulle persone fisiche e di quello fiscalee contributivo che grava sulle imprese, per un importo pari, complessivamente, a circa 50 miliardi di euro;
  • nella destinazione alla spesa per investimenti di risorse pari a 16 miliardi di euro;
  • nella ridefinizione del sistema degli ammortizzatori sociali e nel potenziamento delle politiche sociali, per un importo pari a 13 miliardi di euro;
  • nell’adozione di interventi di sostegno all’istruzione, scolastica e universitaria, e alla ricerca, per un importo annuo di 3 miliardi  di euro.

Al contempo, ci proponiamo di avviare un piano di dismissione delle partecipazioni azionarie e del patrimonio immobiliare pubblico e di valorizzazione delle concessioni pubbliche (dai beni demaniali alle frequenze tv), dal quale generare entrate, da destinare alla riduzione dello stock di debito, pari, alla fine della prossima legislatura,  a circa 120 miliardi di euro.

La tabella allegata in calce illustra il quadro riassuntivo delle risorse e degli impieghi conseguenti all’attuazione delle misure contenute nel presente Programma di governo.

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