Banche, Tabacci: “Popolari avrebbero dovuto autoriformarsi”

Provvedimento assolutamente necessario, voto capitario tutela assetti di potere

Le banche popolari “avrebbero fatto  meglio in questi anni a procedere ad un’autoriforma, di fronte agli
inviti arrivati anche dalla Banca d’Italia”. Invece, “hanno pensato di tenere ferme le posizioni, e hanno sbagliato”. Così Bruno Tabacci,  deputato e presidente del Centro Democratico, commenta il decreto
legge annunciato ieri dal governo, che prevede la trasformazione in  società per azioni, entro 18 mesi, delle prime dieci banche popolari italiane.

Insomma per Tabacci, già tra l’altro consigliere di amministrazione di Eni, Snam ed Efibanca, chi è causa del suo mal pianga se stesso: “Era  da tempo che si aspettava una proposta di questo genere; è un provvedimento assolutamente necessario, anche  perché il voto capitario tutela in realtà degli assetti di potere che  devono invece rispondere alla consistenza degli investimenti fatti  nella banca. E’ giusta la distinzione con le banche di credito  cooperativo, che hanno una funzione diversa, e lì è giusto che resti  il voto capitario”.

Tabacci, infine, liquida così le interpretazioni di chi ritiene che  sia stato dato un ‘colpo’ alla finanza cattolica: “Ma lasciamo  perdere, che cos’è la finanza cattolica? Sono delle posizioni  assolutamente strumentali. Il provvedimento è utile”. Stessa reazione  davanti alle interpretazioni che attribuiscono al decreto il disegno  di facilitare le aggregazioni con Banca Mps: “Le conseguenze di un  certo dinamismo che si determinerà sono tutte da verificare, non è che questa legge è stata fatta per qualcuno o per qualche altro”, taglia
corto.