Calabria, Bicchielli: “Ah!, se si fosse votato come in Sardegna…”

Pino Bicchielli, giornalista, politico d’esperienza, coordinatore nazionale del Centro democratico – con un passato rutelliano da responsabile nazionale organizzativo dell’Api – è il commissario scelto per prendere le redini di Cd in Calabria, dopo le dimissioni di Pietro Fuda.

Bicchielli, Bruno Tabacci le ha affidato una bella gatta da pelare. Quando verrà in Calabria?

Dovremmo avere la prima riunione dopo Natale, ma prima di Capodanno. La sfida è significativa, però mi sento di aggiungere: magari tutte le “rogne” fossero così… Per noi la Calabria è la seconda regione italiana per consensi. E, se posso: il fatto di aver mandato me è anche un segnale d’attenzione verso questo territorio. Una designazione curiosa, d’intesa con lo stesso coordinatore dimissionario… …Ma per noi quello che conta di più è l’armonia. Il nome di Fuda, poi, non era frutto di un congresso ma era stato indicato dallo stesso Tabacci. Ha fatto un ottimo lavoro e noi non abbiamo portato a casa eletti solo per un tecnicismo elettorale, lo sbarramento al 4%, non per un pessimo risultato. Abbiamo centrato un buon 3,4% e quale unico partito che si presentava alle elezioni insieme al Pd, le altre erano liste elettorali. Potreste mangiarvi le mani. Votando con la legge con cui s’è votato sempre il 23 novembre in Emilia Romagna, sareste sbarcati a Palazzo Campanella. Riflettevamo con colleghi del partito che, a parità di percentuale, in Campania avremmo avuto tre consiglieri regionali. Il 16 febbraio scorso, in Sardegna abbiamo preso il 2,1% e abbiamo due consiglieri e un assessore regionale… Certo, erano meccanismi che conoscevamo in partenza: chiaro che qualche errore di valutazione c’è stato. Ma ugualmente siamo soddisfatti.

E adesso?

E adesso bisogna capire come mettere a sistema il patrimonio di consenso e di risorse umane che Cd vanta in Calabria. Rapidamente, perché già a fine gennaio partirà la costituente dell’area moderata di centrosinistra che abbiamo lanciato; mentre con Lorenzo Dellai capogruppo abbiamo già varato un autonomo gruppo alla Camera, Per l’Italia/Centro democratico.

A Reggio, dove avete “sbancato”, i tre consiglieri comunali sono molto critici e chiedono il commissariamento di Cd anche nelle cinque province. Si farà?

Intanto, alle Comunali reggine abbiamo preso un 7,5% strabiliante e abbiamo un giovane vicesindaco, segno che si lavora anche in prospettiva. Poi, un fattore negativo per le Regionali è stato il mancato election day: dopo il 26 ottobre, i candidati per Palazzo San Giorgio ormai avevano dato tutto. Dopodiché, qualcuno obietta su alcune migliaia di voti persi dall’uscente Pasquale Tripodi: sì, ma lui era stato eletto con un’altra coalizione. Dal mio punto di vista, “ripartiva da zero”. …

E il commissariamento, dunque?

Come in una famiglia, quando una cosa non funziona bisogna lavorare per rimettersi insieme meglio di prima. E io ho parlato con Pasquale Tripodi, con Saverio Anghelone, con Enzo Amodeo… ho parlato con tutti!, lo spirito è questo. Dopo l’incontro di Lamezia, cui ero presente, prima di fine anno li vedrò di nuovo. E tenterò di capire quali siano le ragioni di questa richiesta e quale possa essere la soluzione migliore.