Sardegna, ​​Rifiuti: Sv-Sel-Cd, inceneritori vanno chiusi e non ampliati

Mozione in Consiglio, serve piano regionale di gestione

“Gli inceneritori vanno chiusi perche’ antieconomici e anti-ambientali. Il nostro futuro e’ la raccolta differenziata, il recupero e il riciclo”. E’ la proposta unitaria di dieci consiglieri regionali dei gruppi Sardegna Vera, Sel e centro Democratico (Efisio Arbau, Daniele Cocco, Emilio Usula, Gavino Sale, Eugenio Lai, Michele Azara, Anna Maria Busia, Gaetano Ledda, Raimondo Perra, Luca Pizzuto) che hanno firmato una mozione indirizzata al presidente Francesco Pigliaru e alla Giunta in cui chiedono una moratoria in cinque anni dell’attivita’ di termovalorizzazione e di termodistruzione dei rifiuti, non concedendo neppure autorizzazioni per nuovi impianti o per il potenziamento degli inceneritori esistenti.

Tra le richieste anche quella di avviare la rielaborazione del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti privilegiando la raccolta differenziata, il recupero e il riciclo dei materiali post-consumo e  prevedendo la realizzazione di Centri di Riciclo, prioritariamente negli stessi siti che attualmente ospitano gli impianti di termodistruzione e termovalorizzazione che andranno gradualmente dismessi. Inoltre nella mozione si propone di garantire il reimpiego dei lavoratori impiegati negli
nceneritori nelle attivita’ dei Centri di Riciclo che saranno realizzate.

“Nella mozione partiamo dal presupposto che i rifiuti sono una risorsa – spiega il primo firmatario Efisio Arbau -. E’ finito il tempo delle mega strutture di incenerimento campati con i soldi pubblici (a loro e’ destinato il 7% delle bollette Enel) e a scapito del territorio, delle tasche e della salute dei cittadini. Il punto di partenza dovra’ essere quello di riscrivere il piano regionale dei rifiuti perche’ l’attuale si basa su dati superati dalla realta’ e dalle previsioni di breve termine: secondo le direttive europee nel 2020 dovremmo produrre massimo 632.000 t/anno, 20% in meno dei 791.234 di rifiuti prodotti nel 2000 – conclude – Dopodiche’ e’ necessario una discussione unitaria, con il confronto tra tutte le posizioni in campo”