Reggio Calabria, Martino: Utilizzare beni del Comune per scopi produttivi

“Il Centro Democratico non ha intenzione di giocare al toto sindaco, né di fare vuoti esercizi di parole mascherate da progetti elettorali, ma piuttosto intende contribuire alla ricerca di ragionevoli vie d’uscita alla crisi senza precedenti che ormai atterrisce i cittadini e che ha messo in ginocchio la già precaria economia della città”. Lo scrive Demetrio Martino, membro esecutivo comunale del Centro Democratico di Reggio Calabria.

“Il Centro Democratico pensa che sia necessario attivare tutte le risorse pubbliche in grado di contribuire a lenire la crisi occupazionale che attanaglia Reggio. Il nostro Comune è proprietario di una grande quantità di beni, sia in termini di patrimonio terriero che immobiliare, i quali, se utilizzati nell’interesse della comunità, potranno essere elemento strategico di sviluppo, occupazione e legalità”.

“L’ente – si legge in una nota – risulta proprietario di migliaia di ettari facenti parte del patrimonio agricolo e boschivo, nonché di migliaia di immobili utilizzati per civile abitazione e di tanti altri, anche di pregio, che invece di essere ceduti “in saldo” (come si sta erroneamente pensando di fare), dovrebbero essere recuperati ed utilizzati per scopi pubblici. Il Centro Democratico ritiene giusta la dismissione delle case popolari in favore dei legittimi assegnatari, ma ritiene altrettanto ragionevole ed urgente effettuare un serio censimento del patrimonio edilizio e terriero, che probabilmente dal riscontro risulterà decurtato rispetto alle risultanze documentali”.

“I cittadini devono essere informati sulla reale consistenza del patrimonio comunale ed è giusto che vengano interpellati sulla sua eventuale dismissione”, prosegue Martino sottolineando che il Centro Democratico considera strategico, nel momento in cui la crisi economica morde con maggiore vigore, utilizzare tali beni per incoraggiare l’occupazione e la produttività “concedendo l’utilizzo degli stessi, in comodato d’uso gratuito fino a trent’anni, a cooperative o a giovani imprenditori che ne facciano richiesta, previa presentazione di un adeguato progetto ed in possesso dei requisiti di legge”.

“Si potrebbero così utilizzare per scopi produttivi – conclude Martino – con un enorme ritorno anche sul fronte della legalità, sia i tanti terreni sia gli immobili di proprietà dell’ente attualmente inutilizzati o nella disponibilità di soggetti non legittimati al loro possesso, in ogni caso strappandoli all’unico destino ad oggi prospettato, ossia quello della loro vendita che, con ogni probabilità, si trasformerebbe in una svendita generale”.