Toscana – Salute e sport, Chincarini: Fondamentale coinvolgere Asl

“Rimango allibita dalla notizia, apparsa questa mattina sulle pagine de Il Tirreno, del convegno organizzato ieri dal presidente del Coni regionale, Salvatore Sanzo, su sport e salute. Se, infatti, le intenzioni dell’incontro sembrano essere positive, ovvero arrivare a una legge quadro regionale per la medicina dello sport, desta sorpresa la composizione della platea dei relatori, prevalentemente rappresentanti del Coni, della Federazione medico sportivo italiana, che è una costola del Coni, rappresentanti dei medici di medicina generale e un rappresentante delle istituzioni. Platea eccellente, dunque, ma ancor più eccellente è il grande assente di questa iniziativa: i rappresentanti della sanità pubblica”. Così Maria Luisa Chincarini, capogruppo Centro Democratico presso il Consiglio regionale della Toscana.

“Giova ricordare – spiega Chincarini – che sono proprio le Aziende Sanitarie Locali, come sancisce la legge regionale 35 del 2003, che sono deputate al rilascio delle certificazioni di idoneità dell’attività sportiva agonistica, mentre gli ambulatori privati, compresi quelli della Fmsi, possono effettuarle soltanto dopo un regolare accreditamento. E’ davvero singolare e bizzarro che non sia stato invitato nessun rappresentante dell’Ente che in soldoni gestisce legalmente tutto l’iter delle visite sportive”.

“Un’assenza molto strana che mi fa immaginare che la discussione, più che sana come la definisce Sanzo – sottolinea l’esponente del movimento guidato da Bruno Tabacci – sia stata piuttosto parziale. Un’altra assenza che brilla, a mio avviso, è quella di ordinari di medicina dello sport, che sono quelli che formano i nostri medici dello sport. Si è cercato di fare i conti senza l’oste, insomma, cantandosela e ballandosela da soli. Parliamo di poltrone e di interessi di parte oppure ci occupiamo veramente della salute della gente?”.

“Da parte mia – conclude – sono convinta che, se davvero, come tutti auspichiamo, si vuole arrivare a una legge quadro e magari a una legge pilota a livello nazionale, sia necessario consultare, confrontarsi e dare voce innanzi tutto al pubblico, cioè Università e Asl, che per primi si occupano di salute nello sport e non solo. Lo dobbiamo prima di tutto agli atleti, giovani e non, della nostra regione”.