Toscana, Chincarini (Cd): Incentivare cooperative significa destrutturare sanità pubblica

“Normare e incentivare la creazione di cooperative private all’interno della sanità pubblica significa porre la prima pietra per lo smantellamento del sistema sanitario regionale pubblico così come oggi noi lo conosciamo”. Lo dichiara, in una nota, Maria Luisa Chincarini, Capogruppo di Centro Democratico in Consiglio regionale della Toscana e Segretario della IV Commissione Sanità, a proposito della proposta di modifica della legge regionale 28/2005 sulla promozione e sullo sviluppo del sistema cooperativo in Toscana, discussa questa mattina dalla IV Commissione. La Commissione ha riviato, votando all’unanimità la proposta di Chincarini, il parere secondario che era chiamata a dare sull’articolo 11 dell’articolato, inerente la Cooperazione sociale, in attesa di ulteriori approfondimenti.

“Condivido lo spirito generale delle modifiche che si intendono apportare alla legge – spiega Chincarini – perché il sistema cooperativo toscano deve essere difeso e valorizzato, ma sono convinta che questo non possa essere esteso anche all’ambito strettamente sanitario. Cito testualmente: nella proposta di legge si parla di riconoscere il ruolo della cooperazione sociale nell’organizzazione e nella gestione del sistema integrato di interventi sociali e sanitari. In parole povere, se alcuni specialisti decidessero di consorziarsi in una cooperativa che offre le stesse prestazioni del pubblico, ma a pagamento, quante possibilità ci sarebbero che il cittadino-paziente venisse ancora indirizzato verso la struttura pubblica piuttosto che verso la nuovo cooperativa?”.

“Quale può essere l’utilità di una cooperativa sanitaria se non il profitto?”, incalza Chincarini. “Il pericolo insito in questo articolo è che si arrivi ad aggirare o, peggio, a smantellare il sistema sanitario pubblico, affidarlo in mano ai privati e dunque creare una sorta di competizione tra il SSR e il mondo cooperativo”.

“Sono soddisfatta che la Commissione abbia raccolto le mie perplessità ed abbia rinviato la decisione ad ulteriori approfondimenti”, conclude la capogruppo. “Prima di assumere una definizione definitiva da porre al vaglio del Consiglio è necessario capire come questa modifica di legge impatterà sul Sistema Sanitario”.