Pisicchio: Attenti all’antipolitica della finanza e dei poteri occulti

«Accanto all’antipolitica “bassa”, che ha avuto una lunga sequenza di esperienze storiche nel nostro Paese, da Mussolini a Giannini dell’Uomo Qualunque, agli esempi che ognuno può rintracciare nella cronaca elettorale di questi giorni, un’antipolitica che punta alla “pancia” dell’elettorato meno attrezzato culturalmente, c’è una forma di antipolitica “alta”, quella che prende le mosse da una degenerazione dell’idea schumpeteriana». Lo ha detto Pino Pisicchio, capolista alla Camera per il Centro Democratico in Puglia, in occasione della presentazione del suo saggio “Alle origini dell’antipolitica” (Levante editori, Bari).

«Si tratta – chiarisce Pisicchio – dell’antipolitica della finanza che ritiene di poter condizionare i partiti e i parlamenti, l’idea di chi crede solo nelle virtù salvifiche del capitalismo sregolato e intende debellare ogni forma di Stato sociale, l’idea che sostiene la necessità di un uomo solo al comando, magari circondato da pochi tecnici di fiducia. Questa forma di antipolitica – ha concluso l’esponente di Centro Democratico – non è meno pericolosa di quella “bassa”: la prima sollecita gli istinti più bassi del corpo elettorale. La seconda punta a coinvolgere le classi dirigenti. L’una e l’altra si combattono con la politica seria, interpretata da personalità credibili e qualificate».