​Rapporto Svimez, Benedetto: ” la Basilicata scivola sempre più giù, non ci può essere crescita senza sviluppo”​

Gli indicatori socio-economici allarmanti contenuti nel Rapporto Svimez richiamano alla responsabilità
la politica e le istituzioni – Parlamento, Governo e Regione – perché emerge con sempre  maggiore
preoccupazione il volto di una regione a rischio desertificazione industriale e demografica, dove si
continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi, mentre le previsioni contenute nel Rapporto Svimez, al
2015, sono anch’esse a tinte fosche.

I dati, nello specifico, fotografano un paese diviso e diseguale, dove il sud scivola sempre più nell’arretramento rispetto al nord e nel sud la posizione più allarmante è occupata dalla Basilicata che nel raffronto 2008- 2013, vale a dire gli anni della crisi più acuta, segna un calo cumulato superiore al 16%, il peggiore in assoluto insieme al Molise. E sempre per il calo del Pil (-6%) la Basilicata è collocata come fanalino di coda tra le regioni italiane.

La manovra di Assestamento di bilancio che ci attende deve perciò contenere almeno primi segnali di un’inversione di tendenza nel settore della spesa per gli investimenti e nella tutela del welfare in attesa di mettere a punto la programmazione dei fondi comunitari per il sessennio 2014-2020 verificando ogni possibilità di indirizzare le risorse per l’occupazione, la pmi, i nuovi processi di industrializzazione, l’agricoltura, il turismo, la ricerca e l’innovazione.

Il percorso da seguire – se la classe politica meridionale vuole essere credibile – è indicato dal direttore dello Svimez Padovani: non ci può essere crescita senza sviluppo da promuovere con un “piano di primo intervento”, che, pur in un’ottica di emergenza, sia coerente con una complessiva strategia di rilancio dello sviluppo. Un disegno di cui lo Stato divenga responsabile e parte attiva, come “regista”, e non come pura entità di spesa o di sola regolamentazione dei mercati e le Regioni protagoniste di ogni processo produttivo sul proprio territorio. C’è bisogno, però, che il Governo Renzi dimostri nei fatti la “politica del fare” anche a favore del Mezzogiorno senza misure episodiche e scoordinate tra loro.