Primarie Pd altolà da Roma “Dovete trovare una candidatura unitaria” Il retroscena di Ottavio Lucarelli

La Repubblica ed. Napoli

QUESTA volta l’ iniziativa parte da Roma. Per il caso Campania il Pd continua a cercare una soluzione unitaria nella scelta del candidato alla presidenza della Regione. Le primarie, dunque, tornano a forte rischio anche per la data dell’ 11 gennaio dopo il primo slittamento di dicembre. La svolta parte da Roma dove il vicesegretario nazionale Lorenzo Guerini ( foto in alto) ha avuto due incontri separati con i capicorrente della Campania. Il primo con l’ area renziana guidata dal segretario regionale Assunta Tartaglione, riunione a cui hanno preso parte Teresa Armato per i Dem e il consigliere regionale Peppe Russo di area Pittella. Nel secondo incontro Guerini ha parlato con Guglielmo Epifani (deputato eletto a Napoli), con il sottosegretario sannita Umberto Del Basso De Caro e con l’ eurodeputato Massimo Paolucci. Guerini ha voluto capire cosa succede in Campania e, soprattutto, se ci sono margini per una soluzione unitaria che eviti il temuto scontro tra il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca e l’ eurodeputato Andrea Cozzolino. Gara che vede in pista anche la senatrice Angelica Saggese.
Una decisione ufficiale ancora non c’ è, ma le primarie sono di nuovo a rischio. E ora tocca al segretario Assunta Tartaglione, tra Natale e Capodanno, ascoltare le diverse anime del Pd, i possibili alleati e i tre candidati. Non è un caso che due giorni fa il leader del Centro democratico, Bruno Tabacci, dopo un incontro con il Pd campano abbia chiesto di allargare la coalizione: «Per la Campania serve una proposta politica convincente, altrimenti alle prossime regionali si rischiano brutte sorprese nonostante l’ esperienza negativa del governo della destra di Caldoro».
Per la Campania il Partito democratico è chiamato nuovamente a cercare una soluzione unitaria, prevista dallo Statuto nel caso ci sia una maggioranza superiore al sessanta per cento, ed evitare così le temutissime primarie dell’ 11 gennaio. L’ intervento della segreteria nazionale con Lorenzo Guerini si basa su due dati: le elezioni regionali si terranno il 17 maggio e, dunque, c’ è tutto il tempo per organizzarsi. In più, c’ è da allargare la coalizione perché, nonostante annunci e proclami, al momento i tre candidati Vincenzo De Luca, Andrea Cozzolino e Angelica Saggese sono tutti del Pd. Mancano i socialisti, che avevano chiesto il primo slittamento da dicembre a gennaio per presentare un proprio candidato. Mancano il Centro democratico, Italia dei valori e la sinistra. E intanto Sel flirta con il sindaco Luigi de Magistris per comporre liste unitarie con gli arancione. Da qui l’ intervento del vicesegretario Lorenzo Guerini e i due incontri di ieri a Roma con l’ obiettivo di far slittare le primarie dell’ 11 gennaio e guadagnare tempo per una soluzione condivisa.
Un’ idea che non piace affatto ai deputati Pd Luisa Bossa e Giorgio Piccolo: «La vicenda delle primarie in Campania somiglia sempre di più alla Cantata dei pastori con i personaggi del presepe che, invece di andare verso Betlemme, vanno verso Roma alla ricerca della soluzione divina. Ci sarà ancora qualche cittadino che, alla fine di tutto, leggendo questa farsa a puntate avrà ancora voglia di votarci?». D’ accordo un altro deputato del Pd, Leonardo Impegno: «L’ iniziativa romana è sbagliata. Le primarie si devono svolgere assicurando trasparenza e controllo. Sono l’ unico metodo veramente democratico per scegliere il candidato presidente del Pd.
Renzi non sarebbe diventato segretario e premier senza le primarie».