Sblocca Italia, Benedetto: “Adduce difende sua poltrona ma non Matera capitale europea della cultura 2019”

“Il comportamento del sindaco di Matera Salvatore Adduce che ha determinato il voto del consiglio comunale, sia pure senza più maggioranza politica, risponde alla logica della difesa di un interesse personale per la ricandidatura a sindaco e, contestualmente, ad un interesse di una parte del Pd, ma in nessun modo risponde alle esigenze di tutela degli interessi della Capitale della Cultura Europea 2019”. E’ il commento del capogruppo di Centro Democratico in Consiglio Regionale Nicola Benedetto per il quale “sull’articolo 38 dello Sblocca Italia non ci possono essere atteggiamenti ambigui e tanto meno di parte. Subito dopo il prestigioso riconoscimento per la Città di Matera in tanti abbiamo sostenuto che la cultura  vale più delle nuove migliaia di barili di petrolio che si vorrebbe estrarre bypassando Regione e Comuni e non tenendo conto della diffusa contrarietà che si è manifestata con numerosi ordini del giorno approvati da Consigli Comunali del Materano e del Potentino,  oltre che con iniziative di protesta. Dobbiamo invece registrare che il sindaco Adduce, e con lui buona parte del Pd di Matera, dopo aver riconosciuto, a parole,  i grandi benefici in termini di sviluppo, di occasioni ed opportunità di lavoro che verranno a Matera perché il turismo rappresenta il settore di autentico sviluppo e di occupazione stabile e duratura a differenza dell’occupazione legata all’attività estrattiva che, come è noto, ha una durata temporanea ed è quindi caratterizzata da precarietà, nei fatti, è venuto meno ai compiti istituzionali e politici di tutela della Città e dell’intero territorio. Se questo è il famoso “modello” di Matera 2019 a cui tutti dovrebbero guardare, noi di Centro Democratico – continua il capogruppo in Regione – non abbiamo alcuna esitazione nel dire che non ci stiamo. Impugnare l’art.38 dello Sblocca Italia e non limitare certamente la battaglia solo sul piano costituzionale ma continuando la pressione del sistema delle Autonomie Locali e la mobilitazione popolare – conclude –  è l’unica strada che ci rimane perché la sostenibilità ambientale è condizione irrin

unciabile per realizzare i progetti di turismo culturale”.