Reggio Calabria, Martino (CD): Sull’altare delle privatizzazioni sacrificato anche lo storico Miramare

“Sul sacro altare delle privatizzazioni e della monetizzazione, a volte, vengono sacrificati anche i simboli più rilevanti della nostra storia”. Così Demetrio Martino (Centro Democratico Reggio Calabria) dopo la notizia dell’ennesimo tentativo, stavolta per iniziativa della triade commissariale che guida la città, di vendere l’albergo Miramare, uno dei simboli più rappresentativi della ricostruzione della città dopo il terremoto del 1908.

“Dopo che nel 2010 si è riusciti a disinnescare la sua svendita (così definibile considerate modalità e base d’asta), il problema si ripropone”, fa notare Martino. “Nel disinteresse generale, in un comune ormai in caduta libera, si mette all’asta, come se si trattasse di un qualsiasi immobile, una perla cittadina che per decenni ha rappresentato la rinascita di Reggio, ospitando le più importanti iniziative culturali della città. Indubbiamente la struttura potrebbe tornare ad essere la prestigiosa location di un tempo. E così era parso a molti dopo l’apprezzabile decisione del prefetto Panico di revocare, subito dopo il suo insediamento alla guida del Comune, lo scandaloso ed onerosissimo contratto di locazione di Villa Zerbi (affittata nel 2004 per ospitare mostre, eventi culturali, ecc.), annoverabile fra i molteplici esempi di cattiva amministrazione alla base del collasso economico di Reggio”.

“Reggio per rinascere – sottolinea Martino – non ha solo bisogno di nuove risorse economiche, ma anche di esempi positivi e simboli in cui la comunità possa riconoscersi, il cui valore per i suoi cittadini non è monetizzabile. Pertanto, il Centro Democratico ritiene che nel procedere alla scelta dei beni da dismettere vada considerato innanzitutto il valore degli stessi nella storia reggina. Perciò sarebbe opportuno provvedere a revocare l’asta di vendita del Miramare e procedere alla sua immediata riqualificazione affinché il pregiatissimo immobile, per la sua storia e per tutto ciò che rappresenta, contribuisca alla rinascita di quella città bella e gentile purtroppo smarrita, ma che si è ancora in tempo a ridestare”.