Prato, Russo: Bene riscoperta di Palazzo Pretorio. A quando Gonfienti?

“Destinare mezzo milione di euro per la costruzione di un moderno monumento al vento in Calvana rischia di divenire, oltre che una dedica inusuale, anche la descrizione più indovinata per raccontare alle prossime generazioni pratesi come spendemmo le poche risorse disponibili nelle Casse Comunali”. Con queste parole, il consigliere regionale Rudi Russo, commenta la situazione della valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della sua città, Prato.

“D’altro canto, bisogna certamente ringraziare la continutà dell’azione amministrativa comunale che negli anni, a dispetto del cambio di colore politico, ha creduto ed investito nel recupero del Palazzo Pretorio, a cui ha fatto seguito la scommessa coraggiosa di riscoprire la più antica identità rinascimentale della nostra cittadina, che si concretizza oggi con una mostra sorprendentemente bella, struggente, che ci ricorda con la forza espressiva dei tanti maestri richiamati a Palazzo che Prato può essere una città di interesse storico ed artistico al pari di tutte le altre sue sorelle toscane”, continua Russo.

“Questo primo successo ci invita ad uscire da un certo senso di inadeguatezza ed a spingere Prato a riscopire se stessa ridando centralità alla statua del Datini posta in Piazza del Comune: dal commercio e dalla finanza sperimentale del ’400, offerta con un titolo dalle stesse mani del Datini alla città, proveniva difatti la ricchezza mecenate che abbellì chiese, strade e palazzi che a Prato non mancano”.

“Scommettere sull’attrattività della nostra Storia si può e lo si deve fare, non fosse altro che per riportare un po’ di ricchezza in città”, conclude Russo. “Che la ricerca di modernità non sia più escludente quindi e che la riscoperta di Palazzo Pretorio porti il coraggio e l’entusiasmo che serve ad aprire gli occhi dell’amministrazione comunale su Gonfienti, che è il più antico e rilevante insediamento etrusco mai scoperto, su cui siamo seduti da sempre e che da troppo tempo lasciamo sepolto ed inaccessibile. Dedichiamo all’emersione di quest’altro tesoro le nostre risorse comuali, piuttosto che, davvero, gettarle al vento”.