Sardegna, CD scrive al Pd: Decida se rinunciare davvero alle Primarie

“Il Pd decida se rinunciare davvero alle primarie”. Lo scrivono i coordinatori regionali dei partiti sardi Centro Democratico, Roberto Capelli, Idv, Federico Palomba, Sel, Luciano Uras, Upc, Enrico Piras e Verdi Sardegna, Roberto Copparoni. “Se dobbiamo interpretare come rifiuto il silenzio del Partito Democratico sulla nostra richiesta di tenere solo la data del 2 settembre come termine per la presentazione delle candidature (e ferma restando la data del 29 settembre per le primarie del centrosinistra), dobbiamo ricordare che ci saremmo aspettati più attenzione e rispetto per noi partiti alleati, che abbiamo motivato la nostra richiesta con la necessità che prima sia completamente definito il quadro generale per quanto riguarda alleanze e programma. Tante volte siamo venuti incontro alle difficoltà del PD, che non riusciva a trovare una sintesi interna. Perciò ora non comprendiamo la scarsa sensibilità di quel partito per la nostra richiesta fondata, invece, sulla semplificazione e su motivi politici di compiutezza e di saldezza della coalizione, su cui peraltro già riscontriamo significative convergenze, e non di mera competizione sui nomi. Se qualche candidato del Pd, impedendo di aderire a questa richiesta, pensa di vincere per abbandono sbaglia, e lede le possibilità di una reciproca fiducia per le elezioni, quelle vere”.

“Per noi la scadenza per la presentazione delle candidature è quella del 2 settembre – scrivono i coordinatori nella nota – come previsto dal regolamento condiviso senza ulteriori complicazioni burocratiche inutili, come sempre si é fatto in questi 4 anni. Se poi qualcuno ritiene che debbano essere solo primarie interne del PD ne prenderemo atto e valuteremo se la coalizione si può basare sulla prepotenza del Partito Democratico”.

“Confidiamo – concludono – che il PD voglia comprendere e tenere insieme la coalizione su queste nostre legittime proposte, non rinunciando alle primarie di coalizione per trasformarle in un confronto interno tra correnti. Noi vorremmo poter sostenere un candidato condiviso: non si pretenda che sosteniamo una parte o un’altra del Partito Democratico”.